Negli articoli precedenti ho mostrato alcuni vantaggi di un approccio alle emozioni legato al livello energetico.
Abbiamo visto che rende più facile decifrare le emozioni di chi ci sta davanti con un notevole vantaggio nelle tecniche di sintonizzazione; ora vediamo come può spiegare le situazioni di “comunicazione emotiva” su cui tante teorie si sono scontrate.
In pratica: LE EMOZIONI SI TRASMETTONO?
Se sono arrabbiato, chi è intorno a me sente la mia rabbia? E si arrabbia a sua volta?
E funziona allo stesso modo per tutte le emozioni?
Rispondere affermativamente significa accettare che la musica, a seconda dei parametri, possa generare emozioni certe; a ciò si oppone chi ritiene che le emozioni siano legate a processi interni del tutto personali e non generabili dall’esterno.
All’ultima teoria appartiene soprattutto il pensiero di Benenzon, mentre alla prima appartengono tutte le teorie che ho presentato nei post dello scorso mese.
La teoria energetica si pone a metà strada e sembra spiegare i risultati favorevoli di entrambe le teorie e i rispettivi limiti.
Secondo me.
Non sono le emozioni che si trasmettono, ma la loro energia.
Quando vivo un’emozione la esprimo si con determinati parametri, ma ad un certo livello energetico che è mio e solo mio; i parametri possono essere fraintesi, ma l’energia no e chi mi è intorno si sintonizza sul mio livello energetico anche se vivrà emozioni diverse.
Se vivo emozioni ad energia FF o PP trasmetto emozioni inconfondibili di Rabbia o Tristezza. Sono emozioni agli estremi della colonna energetica e per questo inconfondibili; le persone che mi sono intorno diverranno anch’esse arrabbiate o tristi.
Questo spiega perché le musiche che vogliono esprimere gioia e tristezza riescono quasi sempre a raggiungere il risultato (chi non ha pianto in “Schindler’s list” ?).
Le altre emozioni invece, come dicevo le scorse settimane, vengono vissute da ognuno di noi con energie diverse e per questo possono essere confuse.
Ad esempio, la persona A può vivere la FIDUCIA con lo stesso livello energetico con cui B vive la SORPRESA; di conseguenza, un brano con quel livello energetico farà nascere FIDUCIA in A e SORPRESA in B.
Faccio un altro esempio di un studio sul brano di Armstrong: What a wonderful world,che ho trovato nel testo “Appesi ad un suono” di Lucia Cavallari. Sembra che metà delle persone coinvolte nello studio ne abbiano letto emozioni di DOLCEZZA e l’altra metà di TRISTEZZA. Si tratta certo di emozioni differenti, ma se le guardiamo da un punto di vita energetico notiamo che non sono poi così lontane e, probabilmente, l’interesse dell’autore non era di trasmettere un’emozione certa ma di infondere un certo livello energetico.
L’utilità terapeutica della Sintonizzazione: quando ci troviamo di fronte ad un paziente non è tanto importante perdere le ore nel riconoscere l’emozione esatta per riprodurne i parametri musicali; è molto più utile riproporne il livello energetico e giocare sulle linee ritmiche e/o melodiche.
Credo di aver esposto tutto ciò che penso su questa teoria e ora mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
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