E’ un articolo alquanto superficiale ma è uno dei pochi che apre una finestra sull’oscuro mondo delle emozoni aiutando a capire quanto sia importante viverle tutte liberamente.
Piangere fa bene alla salute
Ecco gli studi che lo dimostrano
Secondo uno studio della Università del Minnesota le lacrime restituiscono al corpo benessere e equilibrio
MILANO – Che aiutassero a scaricare la tensione l’avevamo sempre sospettato, ma che facessero bene anche alla nostra salute fisica è un’intuizione recente. Le lacrime, secondo diversi studi, tra cui uno condotto dallo scienziato William Frey, professore della University of Minnesota, sono un toccasana per il nostro benessere fisico e psicologico. I numeri parlano chiaro: nove persone su dieci si sentono meglio dopo un bel pianto (l’88,8% dichiara che il proprio umore migliora notevolmente dopo aver versato una buona quantità di lacrime, mentre solo l’8,4 afferma che le cose vanno peggio). Inoltre piangere riduce lo stress quotidiano e mantiene il nostro corpo in salute.
MOTIVO FISIOLOGICO – Sebbene sia considerata un’attività poco consona agli adulti, piangere è una costante nella vita delle persone. In media una donna ogni anno piange 47 volte, mentre un uomo solo 7. La scienza ancora deve dimostrare «la causa fisiologica del pianto» ovvero perché noi piangiamo e soprattutto che cosa accade nel nostro corpo quando versiamo delle lacrime. Piangere infatti è una delle poche «specificità fisiologiche uniche degli esseri umani» e probabilmente è un’attività che il nostro organismo porta a termine per stare meglio proprio come quando si ride o si prova rabbia. Ad esempio la scienza ha dimostrato che ridere fa bene alla salute perché migliora la circolazione del sangue, riduce il livello di stress ormonale, aiuta il sistema immunitario e produce più anticorpi.
MISTERO DELLE LACRIME – Il professore William Frey, autore del libro «Crying: The Mystery of Tears» (Piangere: il mistero delle lacrime), per spiegare cosa accade quando noi piangiamo, ha formulato la «recovery theory» (teoria della guarigione). Partendo dalla scoperta che le «lacrime emozionali», quelle causate da un dolore o da una forte emozione, sono diverse chimicamente da quelle provocate da stimoli non emotivi, come quelle che versiamo ogni qual volta sbucciamo una cipolla, lo scienziato suggerisce che il primo tipo di lacrima è prodotto dal nostro organismo per restituire al nostro corpo una condizione di equilibrio e di benessere che era stata perduta a causa di una situazione stressante: «Penso che ci sentiamo meglio dopo aver pianto perché ci siamo liberati di qualcosa» afferma il professore William Frey al quotidiano inglese Independent. «Le sostanze chimiche che sono prodotte quando siamo sotto stress probabilmente sono rimosse attraverso le nostre lacrime quando noi piangiamo». Il professore inoltre pensa che le lacrime siano necessarie e che senza lacrime lo stress incamerato non sarebbe espluso e ciò farebbe aumentare il rischio di infarto o di danni al cervello: «La capacità dell’uomo di piangere gli permette di sopravvivere».
NUOVA RICERCA – Un’altra ricerca condotta da studiosi della University of South Florida dà ragione alle intuizioni del professor Frey. Secondo questo studio piangere stimola alcune funzioni del nostro corpo e riequlibra la nostra salute psichica. Infatti gli studiosi hanno potuto dimostrare che la sensibilità della nostra pelle aumenta durante e dopo aver pianto e inoltre le lacrime migliorano anche la nostra respirazione: entrambi questi mutamenti sono due chiari segnali di buona salute. «È probabile che piangere sia allo stesso tempo una tecnica automatica per combattere lo stress e un modo per ristabilire l’equilibrio fisiologico» dichiara lo studio. Tutte le ricerche, comunque, sembrano d’accordo nell’affermare che proprio perché è un’attività necessaria, non bisogna aver vergogna di piangere. Secondo il professor Frey le lacrime, aiutandoci a combattere lo stress, ci hanno permesso di sopravvivere alle pressioni della selezione naturale: «Piangere è una delle cose che ci fa distinguere come esseri umani».
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