Un minutino di Berio

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Un minutino di Berio

Sequenza IV per pianoforte – Luciano Berio

Lo so che il brano che vi presento oggi è, a dir poco, ostico e siete liberi di esprimere liberamente il vostro apprezzamento, senza timore.
Il gusto personale che porta a gradire o detestare un brano musicale è qualcosa che dovrebbe essere difeso con forza, perché deriva da parametri personali, familiari, culturali e professionali. Certo, anche la cultura musicale influisce sul gusto, ma è solo uno dei tanti parametri e nemmeno fra i più importanti.
Il brano di Berio lo dimostra; è difficile definirlo “piacevole”. Tuttavia, il passaggio dal gusto personale ad un giudizio universale con il dito puntato, necessita di un approfondimento. Esiste forse qualcuno che vorrebbe essere giudicato da chi conosce solo le cose brutte di noi? Allo stesso modo, ogni brano ha bisogno di essere valutato nella sua interezza, considerando la personalità dell’artista, la forma compositiva, la tecnica musicale, la profondità interpretativa e altri parametri squisitamente tecnici.

Questo brano ad esempio, si poggia su una tecnica compositiva particolare: l’aspettativa.
Uno degli scopi principali di questo brano è di disorientare l’ascoltatore togliendo ogni possibile riferimento ritmico, melodico, timbrico e dinamico che ci aiuti a immaginare cosa sta per accadere. Questo è un aspetto umano importantissimo: tutti abbiamo bisogno di costruirci una routine, anche minima, per vivere in modo sereno.
Nello scrivere questa Sequenza, Berio ha voluto aiutarci a capire quanto sia angosciante vivere in un mondo pieno di sorprese continue.
C’è riuscito? Direi proprio di si.
Adesso che sappiamo qualcosina in più di questo brano, sono convinto che nessuno penserà più che l’autore sia un pazzo. Il brano acquista un senso.

Con ciò non ritratto quanto detto all’inizio e il brano può non piacere, anche se ha un grande valore tecnico ed educativo.

Per questo esiste la musicoterapia; per spiegare ai tecnici musicali che un brano è fatto anche di emozioni personali e per insegnare ai non musicisti che la parte più grande dell’iceberg è quella che non si vede.
Questo non vale solo per la musica ma anche, e soprattutto, per le persone. Incontrare l’altro sapendo che nasconde un mondo di cose belle e cose brutte (come ognuno di noi), aiuta a vivere in modo più sereno.

Buon ascolto

2018-11-05T11:29:54+00:00 03 Settembre 2018|Un Minutino di Musica|0 Comments

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