La scorsa settimana abbiamo visto un elenco delle emozioni di primo livello e abbiamo messo a confronto le varie teorie.
Sono sicuro che avete tutti notato che i teorici citati appartengono al mondo occidentale.
Gli orientali infatti hanno un approccio al mondo emotivo completamente diverso ma anch’esso molto interessante.
Cominciamo col dire che l’intera medicina cinese si basa sui concetti complementari di Yin e Yang, che rappresentano l’essenza del movimento: la contrazione e la dilatazione.
Così esiste l’alto ma solo se relazionato al basso, il caldo al freddo, la gioia al pianto, ecc…
Non esiste Yin senza Yang, ma il tutto viene visto come manifestazioni di uno stesso principio in continua mutazione senza che nessuno venga visto come positivo, e quindi degno di esistere, o negativo, e quindi da sopprimere.
Anzi, è proprio l’assenza di equilibrio fra gli opposti che genera malessere e malattie.
All’interno di questo movimento troviamo i famosi 5 elementi in cui si concretizza il concetto di Yin e Yang sulla natura e nell’uomo.
I 5 elementi (Legno, Fuoco, Terra, Metallo, Acqua) sono rappresentazioni simboliche a cui possono essere ricondotti tutti gli elementi della natura: tanto le persone e le piante, quanto gli organi interni, le emozioni e i suoni.
“Gli antichi orientali constatarono che ad ogni organo è legato un sentimento e un suono“
Questa immagine riassume molti concetti che meritano di essere spiegati:
– anzitutto vediamo le divisioni dei 5 elementi con i legami fra gli organi umani e gli elementi sonori ed emotivi; così possiamo dire che l’ira (o collera) viene generata dal fegato. Ricordiamo che la collera è un’emozione utile all’uomo e per questo non viene vista come negativa ma come necessaria. Un eccesso d’ira però è manifestazione di un fegato che lavora male, così come un eccesso di collera danneggia il fegato. Lo stesso si può dire per gli altri elementi.
– I 5 gruppi sono legati esternamente da frecce circolari che descrivono il CICLO DELLA CREAZIONE, cioè la relazione madre-figlio fra gli elementi; così possiamo dire che alla gioia segue la comprensione, poi la tristezza e così via in un ciclo continuo come il passare delle stagioni.
– Le frecce interne mostrano invece il CICLO DI CONTROLLO, cioè l’elemento su cui intervenire per riequilibrarne un altro; così possiamo dire che per riequilibrare l’ira occorre lavorare sulla tristezza, e questa a sua volta viene regolata dalla gioia. Possiamo aumentarne o diminuirne l’intensità a seconda del bisogno della persona in quel preciso momento.
Quest’analisi ci spiazza completamente, come spesso fa il pensiero orientale in molti campi.
Anzitutto le emozioni sono viste come manifestazioni di un benessere o malessere corporeo e questo non è poco; in più, un intervento su queste può generare non solo un benessere generico ma ogni emozione lavora su un organo in particolare.
Importantissimo è il concetto di ciclicità delle emozioni: tutte devono esistere per il benessere psicofisico dell’uomo ma allo stesso tempo nessuna deve sovrastarne un’altra.
Una vera rivoluzione è il principio per cui si può agire su un’emozione per riequilibrarne un’altra.
L’accostamento dei suoni alle emozioni è poi un grandissimo aiuto per definire meglio cosa vive un nostro paziente senza basarsi solo sulle manifestazioni visive o sulle analisi musicali dei suoni che emette.
Distinguendo il gemito dal pianto possiamo distinguere una persona triste da una che ha paura e intervenire in modo appropriato.
OGNUNO DI QUESTI PUNTI APRE LA STRADA A NUMEROSE RIFLESSIONI SU COME MODULARE L’INTERVENTO MUSICOTERAPICO E SULLE INTERAZIONI CON ALTRI INTERVENTI PROFESSIONALI.
[PS: Vorrei specificare la mia ignoranza su questo argomento; il poco che so deriva dalla lettura di questi 3 testi:
– Il medico di te stesso; Muramoto; Feltrinelli
– Atlante di agopuntura; Hoepli
– La grande medicina cinese; Occhipinti; Jaca Book]
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