Sinfonia N5 Op.67 – L.V. Beethoven
Dopo aver evocato l’ira di Dio, affrontiamo l’impeto del Destino con l’opera più famosa in tutto il mondo: La quinta sinfonia di Beethoven.
L’incipit di quest’opera ha lo scopo di far saltar su dalla sedia, di scuotere dal torpore o dalla distrazione per portare l’attenzione qui ed ora.
Sembra che Beethoven abbia voluto rappresentare il destino che bussa alla porta con un tipico modo di bussare irruento e deciso: 4 colpi fortissimi.
Certo è una delle pagine orchestrali più travolgenti, con un tema che si presenta fortissimo all’inizio, per poi ripetersi in modo agitato fra gli archi prima di riproporsi, nuovamente in modo impetuoso, con il pieno d’orchestra.
E’ un brano veloce, con variazioni semplici ma che danno un effetto sempre diverso, come un pensiero angosciato per qualcosa d’improvviso e inesorabile.
Oggi è un brano conosciutissimo, ma provate ad immaginare di essere in teatro, nel 1808, e di ascoltarlo per la prima volta.
Ricordiamoci che Beethoven rappresenta la nuova borghesia imprenditoriale che irrompe nel perbenismo lezioso della nobiltà settecentesca; insomma, voleva scuotere il pubblico.
Ci sono diversi modi di reagire a questo brano, a seconda della propria esperienza personale: se non sei mai stato nemmeno sgridato da piccolo è probabile che ne sarai spaventato, se sei abituato ad una vita forte ne resterai appena sorpreso.
La quinta sinfonia di Beethoven è il capo ufficio che vi chiede conto di un lavoro che non avete nemmeno cominciato, mentre cercate di capire quale scusa utilizzare per non essere licenziato.
La quinta di Beethoven è il professore che entra in classe dicendo: “oggi interrogo”, e mentre passa i nomi sul registro voi non ricordate nemmeno che materia insegna.
A volte un intervento di musicoterapia consiste nel fornire il bagaglio emotivo adeguato ad affrontare le situazioni più difficili.
Buon ascolto
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