Memory, Cats – A. L. Webber
TRISTEZZA
COME CI RIESCE
Webber ci propone la più triste delle scene: qualcuno travolto da un presente tragico che rifiuta la realtà per rifugiarsi nei ricordi felici. Il musical è un succedersi di personaggi allegri e straordinari, fino all’arrivo di qualcuna che, anziana, si trascina solitaria sul palco abbandonandosi ai ricordi di gioventù.
Già a raccontarla così ci si può immaginare la scena straziante. Ma non basta, ad accompagnare il personaggio c’è una musica dolce e lenta ma cantata in modo forte e deciso.
Webber ci abbraccia con una melodia che sale e scende; come una culla che dondola e abbraccia dando calore e sicurezza. Anche il pianoforte arpeggia, insieme ad un leggero flauto, amplificando questo senso di dondolio cullante.
Il canto di ogni frase termina con note lunghe, indicando la paura del silenzio e il bisogno di colmare ogni vuoto. Anche dove la voce tace il silenzio viene riempito con un crescendo degli strumenti.
COSA CI INSEGNA
Questo brano siamo tutti noi, che facciamo cose, parliamo e programmiamo per non fermarci mai. Perché fermarsi vuol dire pensare, rendersi conto di una realtà di fronte alla quale ci sentiamo impotenti. Una realtà che spesso si scontra con i nostri desideri e che dobbiamo subire passivamente.
La tristezza è tanto forte quanto più siamo legati alle cose e alle persone per come li vogliamo noi e meno aperti ad accettare la realtà per ciò che è.
COME CI AIUTA LA MUSICOTERAPIA
Attraverso la musica possiamo imparare che la realtà è più complessa di quello che sembra a prima vista e i diversi aspetti di cui è composta provocano in noi diverse emozioni.
Chi è capace di osservare i dettagli sa apprendere lezioni di vita anche dagli eventi infausti.
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